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Il compositore, come il poeta, lo scultore o il pittore, ha il dovere di servire l'uomo, la gente. Deve beatificare la vita umana e difenderla. Deve essere anzitutto un cittadino, cosicché la sua arte possa coscientemente esaltare la vita umana e portare l'uomo a un futuro radioso. Così come io lo vedo è l'immutabile scopo dell'arte.
Con questa terza edizione del Festival crediamo che un nuovo importante tassello sia stato aggiunto al complesso “mosaico musicale” che l’Associazione Igor Stravinsky si è proposta di comporre fin dai suoi primi mesi di attività.
Questa volta si tratta, però, di un tassello davvero importante, vista la particolare situazione di “isolamento” nella quale stanno operando associazioni come la nostra, in un momento di scarse risorse destinate alla cultura.
Grazie a tutti coloro che continuano a sostenere l’Associazione e grazie alla preziosa collaborazione del Ministero dei Beni e le Attività Culturali, Direzione generale per i Beni Librari e gli Istituti culturali, e il gemellaggio con la Musikhochschule di Winterthur-Zurigo, prestigioso Istituto Svizzero di Alta Cultura Musicale, si è potuto raggiungere questo ambito traguardo.
Il tassello è ancora più prezioso se inteso come premio ad una progettualità non lasciata al caso, ma perseguita dall’Associazione con sempre più passione e professionalità in modo costante e duraturo nel tempo.
Il Festival di quest’anno, dedicato ai 50 anni della morte di Sergej Prokofiev, si propone di affrontare le culture musicali di un’area variegata e composita quale la Russia e l’Est degli inizi del Novecento attraverso cinque appuntamenti resi prestigiosi dal valore musicale degli interpreti. Non manca l’appuntamento dedicato ai bambini ai quali ogni anno l’Associazione propone un progetto didattico diverso, ed il volume dedicato a Sergej Prokofiev, il terzo della collana “Gli Anniversari della Musica” che l’Associazione cura in collaborazione con De Angelis Editore.
Nadia Testa